Dubbi motivati sull’incapacità al lavoro del collaboratore – come devo procedere?
Expertise 02.07.2020
Stando alle statistiche assicurative, le assenze dal lavoro dovute a malattia stanno aumentando significativamente. Ciò che colpisce è che sempre più datori di lavoro si lamentano del fatto che i loro collaboratori ottengono con l’inganno i certificati medici (i cosiddetti certificati medici compiacenti) simulando l’incapacità al lavoro. Non si tratta di una «marachella», bensì di frode vera e propria. Classico esempio: il collaboratore licenziato presenta un certificato medico, ma nel frattempo sta già svolgendo un periodo di prova per un lavoro simile presso un’altra azienda. Questo collaboratore persegue unicamente l’obiettivo di prolungare il suo termine di disdetta e quindi anche il suo diritto al salario.
Il testo che segue si riferisce unicamente alle fattispecie che presentano chiare intenzioni fraudolente. Non è nostra intenzione suggerire che le malattie dei collaboratori celino intenti fraudolenti o che debbano essere tutte controllate.
In questi casi il datore di lavoro risulta sempre perdente. Deve continuare a pagare il salario (anche per le maestranze sostitutive) e non può per lo più avvalersi del supporto esterno. Il suo assicuratore dell’indennità giornaliera per malattia si attiverà solo quando l’incapacità al lavoro emersa superi il periodo di attesa definito nella polizza, quando si prevede una malattia di lunga durata e se il lavoratore colpito acconsente a un esame medico. La presentazione di controprove (secondo consulto medico/vertenza legale) con mezzi propri comporta un dispendio di tempo e denaro eccessivo. L’esito di un eventuale processo, in cui il lavoratore si trova in generale in una posizione migliore, è difficile da valutare per il datore di lavoro. È su questo che il lavoratore conta, nella speranza giustificata che il datore di lavoro, per ragioni di costo, non intraprenda alcun passo per chiarire la situazione.
Il nostro consiglio
- Adottare un comportamento chiaro e rigoroso in azienda, che scoraggi possibilmente i collaboratori dal simulare un’incapacità al lavoro.
- In caso di abuso agire repentinamente avvalendosi di un medico di fiducia, che non esamini l’intero dossier clinico (molto costoso), ma che cerchi di distogliere il collaboratore, intervenendo una tantum, dal suo intento fraudolento.
Il modus operandi da noi proposto non garantisce il successo. Chi vuole aggirare il sistema in modo fraudolento e si comporta in modo tatticamente astuto potrebbe avere la meglio semplicemente presentando il certificato medico. Questo può essere molto frustrante per il datore di lavoro. Il collaboratore deve tuttavia riflettere sulle sue azioni due volte. Se il collaboratore presenta davvero un certificato compiacente, bisogna almeno portarlo nella spiacevole situazione volta a frenare la sua intenzione in tempi rapidi e senza un eccessivo dispendio economico.
Cultura aziendale e contratto di lavoro come deterrente
Il fatto che la frode menzionata non sia tollerata né accettata deve essere chiaro in azienda. Questa posizione va manifestata apertamente sin dall’inizio (colloquio di assunzione), ma anche durante il periodo lavorativo. A questo fine è necessario un adeguamento dei contratti di lavoro. Previo accordo con l’assicurazione Orion Protezione giuridica e sulla base dell’art. 26 cpv. 2 e 3 CCNL (aggiornato al 1° gennaio 2017), è possibile inserire per analogia le seguenti clausole (da fare poi firmare ai collaboratori in essere come modifica a posteriori):
Funzione: aggiungere come attività primaria (p.es. «cuoco»): Può essere impiegato anche per altre funzioni correlate allo svolgimento dell’attività aziendale.
Medico di fiducia: «In caso di dubbi relativamente alla correttezza di un certificato medico e in presenza di motivi o punti di riferimento oggettivi, il datore di lavoro può far valere il proprio diritto di cui all’art. 26 cpv. 3 CCNL e sottoporre il lavoratore a una visita presso un medico di fiducia accollandosene le spese. Il medico di fiducia è pertanto autorizzato a redigere un certificato medico dettagliato insieme al lavoratore e a inviarlo direttamente al datore di lavoro e alla sua assicurazione dell’indennità giornaliera per malattia. Se il collaboratore rifiuta di sottoporsi alla visita del medico indicato nonostante l’ammonimento, il datore di lavoro può interrompere temporaneamente il pagamento del salario.»
Medico di fiducia e certificato medico dettagliato come deterrente
Se il lavoratore presenta comunque un presunto certificato medico compiacente, è necessario intervenire subito. Ciò presuppone che la direzione aziendale sia istruita sui passi da fare. Il medico menzionato più vicino si trova nella Città di Zurigo. Chi non lavora in questa regione può contattare Macam AG per individuare il punto di riferimento più idoneo.
Il Dr. med. Frank Wyler, specialista FMH in medicina di base, di cui diverse compagnie assicurative si avvalgono come medico di fiducia, si è dichiarato disponibile a svolgere questa funzione anche per i membri di Macam AG. In caso di certificato medico compiacente, contattarlo subito per fissare un appuntamento con il collaboratore interessato. Il Dr. Wyler inviterà entro pochi giorni il collaboratore a sottoporsi a un consulto e gli porrà criticamente delle domande sul suo stato di salute. Non farà alcuna visita medica completa, né analizzerà l’intera cartella clinica del collaboratore. L’obiettivo del suo intervento consiste piuttosto nella stesura del cosiddetto certificato medico dettagliato.
Per la stesura di un certificato di questo tipo il datore di lavoro deve fornire al lavoratore se possibile anticipatamente una descrizione del posto di lavoro. Il medico valuta, in base alla descrizione, quali attività il collaboratore può ancora svolgere concretamente, cosa non può fare e in quale misura. Non si tratta quindi di una diagnosi medica, bensì di valutare il grado dettagliato dell’incapacità al lavoro. Nell’esempio del cuoco menzionato prima, il lavoratore, che può essere impiegato anche per altre funzioni correlate allo svolgimento dell’attività, è davvero incapace di svolgere il lavoro al 100% o può dare comunque una mano in ufficio al 30%?
È chiaro che il datore di lavoro non punta a far lavorare il cuoco in ufficio al 30% con il clima di lavoro che si è creato. Lo stesso vale di conseguenza per il collaboratore, che si trova inaspettatamente in una situazione mutata.
Il certificato medico dettagliato viene inviato al lavoratore direttamente dal dottor Wyler, con l’indicazione di averne inviato copia anche al datore di lavoro e alla rispettiva assicurazione. Anche se questa situazione non rovescia il certificato medico originario, c’è la speranza che il collaboratore decida di propendere verso un accordo amichevole di scioglimento del contratto di lavoro.
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Malick Gueye
Responsabile del settore gastronomico e alberghiero & Membro della squadra